Ott 23, 2008
Anarcociclismo e Identita’
Per una analisi del rapporto tra Anarcociclismo ed Identità possiamo comodamente partire dalle basi poste da Luther Blissett, il quale è spesso e volentieri nostro stimato cerebrostimolante compagno di Viaggio.
L’identità è un sofisticato trucco messo in atto dalla logica borghese per poter individuare aree di mercato sempre nuove e diversificate; con il tramontare dell’adolescenza la maggior parte delle persone finisce di costruirsi intorno quel bozzolo che lo
protegge dall’esterno che viene chiamata identità e deve cambiare il meno possibile con il passare degli anni.
"Maturare" si dice; ma forse non per indicare il divenire commestibile di un frutto, ma per simboleggiare la sua futura putrefazione. Per la logica borghese la personalità non deve mai mutare; sarebbe pericoloso. Questo perchè l’dentità serve soprattutto a proteggere il mondo da quello che c’è dentro una persona, e non il contrario.
Può solo cambiare la buccia esteriore, anzi deve cambiare, ed alla svelta anche, con il mutare delle stagioni possibilmente, in modo da poter perpetrare sordido banchetto della moda. Per un movimento, ma anche per un individuo, lo scegliere
una identità stabile e definitiva per relazionarsi col mondo equivale a fottersi, lasciarsi incasellare in uno dei tanti loculi già pronti, con scritto sopra nome, cognome, numero di telefono e codice fiscale.
Non ricordo più chi disse che "cristalizzarsi in una forma significa morire…" parole sante (fu Abele, Abramo, Cristo, S. Rita, IL Dio Porko? Mah…).
Alla scelta di Luther, cioè quella di riunire sotto un solo nome una molteplicità di individui, l’Anarcociclismo preferisce creare in continuazione nuove identità, con nuovi nomi e nuove storie personali, magari mantenendole in contemporanea.
Questo ci aiuta a dare libero sfogo a quello che è stato giustamente definito il nostro piccolo condominio di follia, cioè la pirotecnica molteplicità di identità e di idee che schizzofrenicamente è racchiusa dalla nostra scatola cranica.
Ci prendiamo il lusso di utilizzare a piacimento nostro una svariata gamma di pseudonimi, con i quali non cambia solo il nome che utilizziamo, ma anche la nostra prospettiva al mondo. E tra i nostri nomi compare certo anche Luther Blissett, così come Mr. Wheels, PsykoZygo, Ettore Mabretti, S.Antonio, Dr. Molotov e cento migliaia di altri.
D’altro canto l’utilizzazione del nome Anarcociclismo ci pone sempre in quell’area oscura e "indecente", nella quale risiede anche l’amico Luther, che è l’anonimato di fatto.
L’anonimato totale, che ci pregiamo di mantenere anche con gli amici più cari et familiari et partnerz, risulta infine uno degli elementi chiave del nostro movimento, tant’è che nemmeno io, che sono probabilmente uno dei primi baldi giovani che si
è riunito assieme ad altri pazzerelloni come lui sotto il nome dell’Anarcociclismo ho la più pallida idea di chi siamo e quanti siamo, eccezion fatta per un discreto numero di figliuoli et figliuole conosciuto più o meno per caso, e di quei contatti stabiliti da me di persona per cause di proselitismo.
Finchè non impazziamo completamente, nel senso di non essere più capaci di intendere e di volere (e certo molti vorrebbero che questo succedesse alla svelta, ma temo proprio che non sarà così), tiriamo avanti come biciclette col telaio pesante e scrostato lanciate già per una discesa rupestre piena di buche.
A volte cadiamo, ma questo rende solo più divertente il tutto.
Ettore Mabretti II, una Anarcociclista